Persone interessate

30 jul 2012

Una lezione simpatica

L'altra sera, durante una delle ultime lezioni del corso in un gruppo di livello A2, è successo un episodio molto simpatico con due studenti come protagonisti: un ragazzo e una ragazza. Gli alunni stavano facendo un esercizio orale di tipo grammaticale, dove l'attenzione era focalizzata sulle espressioni di tempo che si possono utilizzare quando raccontiamo un fatto al passato; era il turno del ragazzo che ha voluto rispondere non solo con l'espressione di tempo ma anche con il verbo al passato prossimo, sbagliando il verbo ma adoperando correttamente l'avverbio di tempo. La domanda era:

- Quando è stata l'ultima volta che sei andato al mare?
- * Ho andato al mare l'estate scorsa.

Io non ho detto niente (premetto che l'attività era corale) e la ragazza, guardandomi ha detto *Ho andato? Si dice Sono andato!. Io ho ricordato la finalità dell'esercizio e siamo andati avanti.
Quando il turno è ricaduto sul ragazzo, lui, facendo ricorso a tutte le conoscenze della sua grammatica (della sua interlingua) ha risposto alla domanda:

- Quando è stata l'ultima volta che ti sei arrabbiato?
- Mi sono arrabbiato domenica sera.

Non vi sembra meraviglioso? La voglia di superazione con un input adeguato non ha limiti!

23 jul 2012

Volare e l'interlingua

Continuando con le riflessioni sulla correzione degli errori c'è un manuale sul mercato che molti di voi conoscerete: Volare. Corso di italiano. Libro per lo studente di Piero Catizone, Christopher Humphris e Micarelli Luigi, Alpha & Beta (4 volumi, il volume I, edito nel 1997). Questo manuale, senz'altro rivoluzionario, risponde a una metodologia molto ben precisa e spiegata dagli autori in tutti i dettagli nell'Introduzione di ognuno dei libri.
Loro si basano sul concetto di interlingua, ovvero la lingua utilizzata da ogni singolo studente che non è più la propria lingua madre ma neanche la lingua d'arrivo e quindi, piena di errori e inferenze ma sono le conoscenze in costante evoluzione che l'alunno possiede e sulle quali il docente deve lavorare. L'interlingua è tutto quello che lo studente conosce e non conosce, ciò che è capace di saper fare e tutto ciò che non è ancora in grado di utilizzare.
Gli autori di Volare hanno saputo perfettamente elaborare un manuale che rispetta in tutto e per tutto, l'interlingua degli studenti di italiano.
È un manuale che, confesso, non mi sono mai azzardata ad adoperare nella sua totalità nelle mie lezioni perché avevo paura che gli studenti spagnoli che frequentano la scuola dove insegno rifiutassero un manuale di questo tipo dove non ci sono tabelle grammaticali né esercizi tradizionali.
Ma dopo le ricerche sull'uso cotidiano della lingua del metodo comunicativo e le riflessioni sulla persona dell'approccio umanistico-affettivo, la scoperta dell'interlingua e un manuale come questo hanno rappresentato per me un totale cambiamento di rotta nel mio modo di insegnare italiano.
Qualcuno di voi conosce questo metodo? L'avete mai adoperato?

17 jul 2012

La correzione degli errori

La correzione degli errori in una classe di lingua a stranieri da parte dell'insegnante o dai compagni di classe provoca non poche frustazioni ad alunni che ritengono che l'errore sia un punto di arrivo e non di partenza, quindi, come un fallimento. La maggior parte di noi abbiamo vissuto a scuola momenti di grande frustazione quando ci veniva consegnato il compito pieno di correzioni in rosso con il rimprovero più o meno tacito che si leggeva negli occhi della maestra. Per fortuna gli ultimi studi in glottodidattica e le apportazioni dell'approccio umnistico-affettivo nell'insegnamento delle lingue ritengono l'errore come parte necessaria e, per tanto fondamentale, del processo di apprendimento. Non bisogna vergognarsi di sbagliare, anzi, l'errore fornisce (all'insegnante e allo studente) un'informazione di prima mano per continuare a lavorare e a imparare.
Vi suggerisco di leggere questo articolo sulla correzione degli errori, di  Christopher Humprhris e vi consiglio anche di visitare il sito web di un altro esperto in glottodidattica: Marco Mezzadri e leggere (tra gli altri articoli), "La correzione degli errori".

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7 jul 2012

Come, quando e cosa correggere?


Come e cosa correggere? Secondo la mia esperienza, la correzione dell’insegnante è l’azione che più segni lascia sui nostri studenti, in bene e in male, è il nostro “marchio”: questo è giusto / questo è sbagliato. Dunque, dobbiamo essere estremamente puntigliosi nella scelta dei criteri con cui correggiamo perché influiremo in un modo determinante sull’adeguata (o inadeguata) progressione del processo d’apprendimento dei nostri studenti. 

Essere sempre consapevoli degli obiettivi del corso, di ognuna delle unità didattiche, di ciascun'attività ci permetterà di sapere esattamente cosa vogliamo dai nostri alunni in ogni momento e in ogni fase del processo d’apprendimento.

Facendo una riflessione su cosa chiediamo allo studente ogni volta che gli proponiamo un’attività, automaticamente dobbiamo riflettere su come lo correggeremo quando la svolgerà. Non è sempre facile non perdere di vista questa prospettiva: molto spesso dimentichiamo che l’obiettivo finale è che i nostri studenti siano in grado di comunicare in italiano nella forma più corretta possibile ma… non subito, non sempre, non dopo 30 ore di lezione. E abbiamo la “umana” tendenza a correggere tutto o quasi tutto. Farlo però risulta controproducente in quanto, paradossalmente, ostacola il miglioramento. Perciò risulta indispensabile avere una panoramica completa degli obiettivi da raggiungere per dosare nel migliore dei modi le conoscenze, abilità e competenze che i nostri studenti devono acquisire e apprendere. 
Se volete, lasciate il vostro commento e come procedete voi, anche qual è stata la vostra esperienza come alunni!