Sempre che incontro un gruppo
per la prima volta dedico un bel po' di tempo (anche tutta la prima lezione se è
necessario) a conoscere le persone che ho davanti. Ho la fortuna di lavorare con
gruppi piccoli (6/7 persone in media), perciò è possibile porsi quest'importante
obiettivo.
Quando dico conoscere le persone mi riferisco
non solo al fatto di ottenere informazioni sulle loro conoscenze della lingua
italiana o se sono mai state in Italia. Cerco di capire piuttosto se le persone
sono partecipative, se gli piace parlare di sé oppure se sono riservate, se
vogliono far vedere agli altri quanto sanno oppure se preferiscono
nascondersi... E soprattutto cerco di conoscere il modo con cui si avvicinano
allo studio di una lingua e non parlo soltanto di motivazione ma qual è il
bagaglio che si portano appresso dall'infanzia, cominciando dal periodo
scolastico o finendo con le esperienze che hanno avuto nello studio di altre
lingue.
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Avere in mano queste informazioni (a volte sono
evidenti fin dal primo momento; altre, invece, sono più sottili da ottenere) è
fondamentale per applicare le risorse didattiche più adatte ad ogni fase
d'apprendimento e quindi, è inutile portare in classe sempre le stesse attività
che sono efficaci la maggior parte delle volte. Può darsi invece di trovare un
gruppo diverso, fuori dal comune, che ti spinga a utilizzare attività
differenti, un gruppo con cui puoi "re-inventarti" come docente e quindi,
crescere professionalmente.